
Preparazione alla colonscopia: niente più disagio!
Eseguire la colonscopia senza disagi? Oggi è possibile. Il nostro esperto in Gastroenterologia a Milano, il Prof. Felice Cosentino, ci spiega come prepararsi a questo esame
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La gastroscopia è un test diagnostico clinico: un'esplorazione che permette la visualizzazione diretta della parte superiore del tratto digestivo (esofago, stomaco e duodeno). Oltre ad essere una tecnica diagnostica, è anche una tecnica terapeutica.
La gastroscopia viene eseguita con un endoscopio, che è un tubo sottile e flessibile con una piccola camera all'estremità e, in alcuni casi, luce. Questa camera ha come obiettivo la cattura di immagini dell'interno dell'esofago, dello stomaco e del duodeno. Per realizzarla, viene introdotto il tubo attraverso la bocca e guidato all'interno del tratto digestivo per analizzare in modo approfondito la sua condizione o la presenza di malattie.
Questo test serve a cercare anomalie nello stomaco e nel duodeno. Si possono ottenere dei campioni di tessuto per biopsie, per rimuovere i polipi o per determinare la presenza di alcuni microrganismi, come i batteri H pylori, che provocano molte ulcere peptiche. Durante la procedura possono inoltre essere cauterizzate le ulcere emorragiche, e i vasi sanguigni bruciati con uno strumento apposito.
L'esame va svolto a stomaco vuoto; vanno evitati gli alimenti solidi già dalla notte precedente il test, e si potrà ingerire solo acqua. È importante anche non fumare prima della prova.
La gastroscopia può essere un test un po' fastidioso, quindi prima della sua attuazione occorre sedare il paziente: l'anestesia può essere locale o generale.
Di solito l'esame non provoca dolore. Tuttavia, può verificarsi una sensazione di nausea quando il tubo viene inserito attraverso la gola.
La colonscopia è un’endoscopia utilizzata per esaminare il colon e l’intestino tenue, per escludere la presenza di anomalie in particolare polipi che possono trasformarsi in tumori. La durata è di circa 15-20 minuti.
Viene eseguita per mezzo di una sonda molto fine (endoscopio) introdotta a partire dall’ano e dotata di una telecamera all’estremità, che riprende le pareti delle porzioni di colon e ileo da cui passa.
Una colonscopia viene eseguita per diverse ragioni:
Prima dell’esame, il paziente dovrà seguire alcune indicazioni per pulire l’intestino e facilitarne l’osservazione da parte del medico. Queste linee direttive prevedono una dieta ipocalorica da seguire fino al giorno prima dell’esame, quando si dovranno ingerire solo liquidi. La dieta sarà accompagnata dall’assunzione di una soluzione che aiuterà il paziente ad evacuare.
Per eseguire la colonscopia, il paziente viene sedato parzialmente o completamente. Si posizionerà su un fianco e il medico inserirà il colonscopio nell’ano, per percorrere l’intestino crasso. Questo strumento consiste in una sonda flessibile di circa un centimetro di diametro e lunga tra i 122 e i 183 centimetri.
Attualmente esiste un’alternativa alla colonscopia tradizionale, che è molto meno invasiva e non richiede la sedazione. Si tratta della colonscopia virtuale, un tipo di esame che utilizza le immagini dell’interno dell’intestino e del colon, ottenute mediante una tomografia computerizzata (TC o TAC) al posto delle immagini della telecamera del colonscopio.
Di solito, la colonscopia è ben tollerata dal paziente e solo raramente risulta essere dolorosa. Tutt’al più, il paziente sentirà della pressione, del gonfiore o dei crampi durante l’esame. La percentuale di complicazioni gravi è dello 0,5%.
Qualora lo specialista ritenga necessaria una valutazione più accurata, effettuerà una biopsia del rivestimento dell’intestino per analizzarlo.
Durante l’esame si possono trovare dei polipi, che lo specialista può asportare sul momento.
La polipectomia è una tecnica minimamente invasiva, eseguita attraverso un isteroscopio, che serve a eliminare i polipi presenti in determinate aree del corpo, come l'endometrio, il colon o l'utero.
La tecnica viene praticata per rimuovere i polipi, sia cancerosi che benigni, evitando l'intervento chirurgico.
La polipectomia isteroscopica per i polipi dell'utero o la polipectomia endometriale vengono effettuate introducendo un isteroscopio attraverso la vagina o il collo uterino, al fine di rimuovere o tagliare i polipi mediante piccole forbici o simili. Un altro sistema utilizzato è la polipectomia con elettrochirurgia bipolare, che include l'endoscopia e un elettrobisturi con il quale si pratica un taglio al polipo, che viene sezionato mediante l'uso di corrente elettrica. È anche possibile eseguire una polipectomia con un resettore o frammentatore di polipi. Oltre a questo, c'è la polipectomia nasale che è la rimozione dei polipi che ostruiscono le narici e causano la perdita di olfatto e sinusite ripetuta.
Se la polipectomia viene eseguita nel colon, richiede la stessa preparazione della colonscopia: il paziente deve osservare una dieta nei quattro giorni che precedono l'intervento e prendere un lassativo la sera prima.
D'altro canto, se il test è eseguito mediante gastroscopia, il paziente deve rimanere per alcune ore a digiuno.
Dopo la procedura, il paziente può avvertire una sensazione di gas e avere piccoli crampi. La dieta può essere ripresa immediatamente dopo l'intervento, ma nel giorno del test è possibile che non si sia perfettamente in grado di svolgere le attività quotidiane, pertanto è preferibile evitare di mettersi alla guida.
Il reflusso gastroesofageo consiste nella risalita dei succhi gastrici dello stomaco nell’esofago, il canale attraverso il quale liquidi e alimenti scendono dalla bocca allo stomaco. Quando i sintomi si presentano più volte nel corso di una giornata e si associano ad altri disturbi, si può parlare di malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE).
Il contenuto gastrico contiene acidi che irritano la mucosa esofagea e causano i sintomi tipici del reflusso gastroesofageo: bruciore di stomaco e al petto, acidità, ipersalivazione e rigurgito. L’acidità dei succhi gastrici può irritare anche le vie respiratorie e la gola, provocando l’abbassamento della voce, laringite, raucedine, tosse e asma.
L’esofago, attraverso dei movimenti ritmici e aiutato dalla forza di gravità, fa avanzare il cibo verso lo stomaco. Lo sfintere esofageo inferiore regola il passaggio del cibo, aprendosi per far passare il bolo alimentare e chiudendosi per impedire allo stesso di risalire. Il reflusso si verifica quando vi è un malfunzionamento di questa valvola, che si apre nel momento sbagliato e permette lo spostamento del contenuto gastrico verso l’alto. Un’altra causa è uno svuotamento gastrico lento. Quanto più il cibo ristagna nello stomaco, tanto maggiori sono le probabilità che si presentino i sintomi del reflusso gastroesofageo. Anche quando il PH salivare, basico, si abbassa, l’esofago è meno protetto dagli attacchi dei reflussi gastrici.
L’alimentazione gioca un ruolo importante nella cura e nella prevenzione del reflusso gastroesofageo. Tra gli alimenti da evitare vi sono insaccati, alcolici, formaggi, tè, caffè, pomodoro, agrumi, bibite gassate e soffritti. Il latte, il “rimedio della nonna” per eccellenza contro il reflusso, in realtà lo favorisce, in quanto è un alimento ricco di grassi che potrebbero rallentare lo svuotamento dello stomaco. È buona cosa mangiare lentamente, triturando bene il cibo per favorire la digestione, e fare 4-5 piccoli pasti al giorno. Inoltre, è meglio evitare di andare a dormire subito dopo aver mangiato. Infine, bisogna evitare di assumere alcuni farmaci, come antinfiammatori non steroidei e alcuni ansiolitici, che possono aumentare l’acidità gastrica, e di indossare vestiti troppo stretti.
Il trattamento si basa sulla correzione dello stile di vita e sulla terapia farmacologica. Quest’ultima si avvale di farmaci in grado di accelerare il tempo di svuotamento dello stomaco, di proteggere la mucosa esofagea e di ridurre l’acidità dei succhi gastrici. Solo in casi particolari, che non hanno trovato risposta nel trattamento con i farmaci, si ricorre all’intervento chirurgico, che ha come scopo il ripristino della funzionalità dello sfintere.
La pancia gonfia consiste in una sensazione di tensione a livello addominale, dovuta all’accumulo di gas nello stomaco e nell’intestino. Le cause della pancia gonfia sono numerose: un pasto pesante; intolleranze alimentari; aumento di peso; sindrome premestruale; menopausa; calcoli; appendicite; cancro; intestino irritabile; fibrosi cistica; etc. Il gastroenterologo può aiutare a capire la causa che origina questo disturbo.
L’idroterapia del colon è un trattamento di lavaggio dell’intestino per migliorare il transito intestinale e attivare il sistema circolatorio. L’obiettivo è eliminare residui e tossine accumulate, liberando il paziente da un senso di pressione nella zona addominale e da problemi intestinali.
Questa tecnica si utilizza soprattutto per pulire l’intestino dei pazienti che soffrono di stitichezza cronica. Di fatto, anche i pazienti che non presentano stitichezza e che hanno un transito intestinale regolare possono accumulare residui nelle pieghe del colon.
Per ottimizzare al massimo i risultati, si raccomanda ai pazienti di accompagnare l’idroterapia del colon con una dieta ricca di fibre e uno stile di vita sano, praticando attività fisica in modo regolare.
L’idroterapia del colon consiste nell’introduzione, attraverso l’ano, di una cannula che riversa acqua tiepida a bassa pressione nell’intestino crasso, così da eliminare le scorie accumulate. In questo modo, viene favorito il riassorbimento di acqua e sali minerali. Mentre viene introdotta l’acqua si effettua un massaggio che regolarizza la peristalsi del colon, al fine di ristabilire la sua funzionalità.
Ogni sessione di idroterapia del colon dura circa 45 minuti, e il trattamento completo di tutto il colon richiede solitamente tre sessioni.
L’idroterapia del colon non richiede nessuna preparazione previa, è un trattamento non invasivo e senza effetti collaterali. Tuttavia, bisogna comunque considerare alcune controindicazioni; nello specifico, devono evitare l’idroterapia del colon i pazienti che presentino una o più delle seguenti condizioni:
Subito dopo la sessione di idroterapia del colon, il paziente può tornare alla normale vita quotidiana. Non è necessario seguire istruzioni particolari dopo il trattamento, ma avere un’alimentazione sana e fare attività fisica ottimizzerà i risultati.
Il Dott. Felice Cosentino è specialista in Gastroenterologia e in Chirurgia dell’Apparato Digerente ed Endoscopia Digestiva e da oltre 40 anni si occupa di tale disciplina con esperienza in tutti i settori, sia in campo diagnostico che terapeutico.
È stato Presidente della Società Italiana di Endoscopia digestiva (SIED) ed ha scritto opere importanti come “La Storia dell’Endoscopia Digestiva in Italia”, “Il libro bianco dell’Endoscopia”, le “Complicanze in Endoscopia Digestiva”. Ha cooperato inoltre con l'Organizzazione Mondiale di Endoscopia per la realizzazione e la divulgazione in video della "Terminologia endoscopica".
Già Direttore (2008-2019) dell’UOC di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva dell’Ospedale San Giuseppe di Milano e (1980-2007) dell’UOD di Endoscopia digestiva dell’Ospedale San Paolo di Milano, svolge attualmente la sua attività presso la Casa di Cura “La Madonnina” di Milano (Gruppo San Donato).
Negli ultimi anni, per venire incontro alle esigenze dell'utenza, si è dedicato allo sviluppo di procedure "non invasive" come la gastroscopia per via nasale (con strumento sottile, atraumatico e che non necessita di sedazione), il Colon wash (lavaggio retrogrado del colon prima della colonscopia per evitare il classico "beverone") e la colonscopia robotica Endotics (con strumento monouso, indolore e privo di complicanze). Sulla colonscopia robotica è stato uno dei pionieri collaborando allo sviluppo della tecnologia e producendo il primo articolo livello internazionale (F. Cosentino et al. Functional evaluation of the Endotics System, a new disposable self-propelled robotic colonoscope: in vitro tests and clinical trial. The International Journal of Artificial Organs 2009; 32: 517-527).
Si dedica inoltre con particolare interesse alle cure delle patologie dell'apparato digerente (reflusso gastroesofageo, polipi del colon, diverticolosi, sanguinamento digestivo, ecc.) ed alle cause della pancia gonfia che possono essere legate a diverse condizioni (intolleranze alimentari, disbiosi, alterata permeabilità intestinale, ecc.). In questo ultimo settore, di grande attualità, ha avviato La CLINCA DEL MICROBIOTA in cooperazione con un gruppo di esperti (microbiologo, farmacologo, infettivologo, nutrizionista) per lo studio quantitativo e qualitativo della flora batterica intestinale in modo da individuare eventuali squilibri e intervenire con una terapia mirata.
Con il termine chirurgia endoscopica s’intendono le diverse tecniche di osservazione diretta della parte interna di un organo o cavità, mediante uno strumento ottico (un tubo dotato di illuminazione e connesso a una telecamera e a un monitor) che viene introdotto attraverso gli orifizi naturali del corpo umano o della parete addominale, come può essere l’isteroscopia e la laparoscopia.
Si tratta di una chirurgia minimamente invasiva, che ha introdotto un grande progresso negli interventi tradizionali, poiché è molto più affidabile e precisa e, di conseguenza, comporta traumi minori, ottenendo risultati migliori. Normalmente viene eseguita sotto anestesia totale.
L’endoscopia è una tecnica che può essere impiegata sia per la diagnosi e l’osservazione, che per il trattamento e la chirurgia. Nella pratica, la chirurgia endoscopica è utilizzata in diversi campi della Medicina: è molto comune nella Ginecologia, chiamata Isteroscopia, per trattare le patologie dell’utero, come le cisti, l’endometriosi, i fibromi o anche per la chiusura delle tube, per studiare l’infertilità, o per eseguire un’isterectomia o rimozione dell’utero. Tuttavia, queste patologie sono trattate frequentemente anche con la laparoscopia, che si differenzia dall’endoscopia per il fatto di essere eseguita a partire da un orifizio della cavità addominale. Essa è una tecnica utilizzata anche in altri campi, come l’Otorinolaringoiatria, in cui è molto comune la chirurgia endoscopica sinusale per trattare lesioni o problemi all’interno del naso, che impediscono la normale respirazione, che colpiscono l’olfatto o che provocano dolori al viso e alla testa. Nell’ambito della Chirurgia Generale e dell’Apparato Digerente, è possibile utilizzare la tecnica dell’endoscopia o della laparoscopia per la chirurgia dell’obesità. Può anche essere effettuata un’endoscopia d’urgenza, come accade nel campo della Neurochirurgia per trattare un’emorragia cerebrale o un accidente cerebrovascolare (Ictus).
La chirurgia endoscopica consiste nell’introduzione di un endoscopio, che è uno strumento ottico a forma di tubo con una telecamera e un sistema di illuminazione posto ad un estremo, attraverso alcuni orifizi naturali del corpo o attraverso un’incisione, mediante la quale il chirurgo specialista può osservare, tramite un monitor, l’organo o l’area da trattare. Inoltre, attraverso l’endoscopio è possibile introdurre diversi strumenti per eseguire un intervento chirurgico.
Prima dell’intervento, il paziente dovrà informare il proprio medico sul suo stato di salute e sulle medicine che sta assumendo, così come far esaminare la sua cartella clinica e sottoporsi a diversi esami, per valutare se sia in grado o meno di affrontare l’operazione. Generalmente, questi esami diagnostici preventivi includono le analisi cliniche, sebbene, in funzione del tipo di intervento e delle caratteristiche del paziente, lo specialista possa richiedere più esami concreti. Poiché la chirurgia endoscopica viene eseguita sotto anestesia totale, si richiede al paziente di digiunare durante le 8 ore precedenti l’intervento.
Il vantaggio principale della chirurgia endoscopica è quello di essere meno invasiva delle altre tecniche chirurgiche e di permette un post-operatorio più breve. Così, il paziente dovrà rimanere ricoverato per poche ore e potrà tornare a casa anche il giorno stesso dell’operazione. In linea di massima, il paziente potrà ritornare alle sua attività quotidiane dopo 48-72 ore dall’intervento. I fastidi del post-operatorio risultano essere minori, e, quindi, il paziente non avrà bisogno di riposo assoluto, potendo condurre normalmente la sua vita quotidiana.
L’alternativa alla chirurgia endoscopica è la chirurgia tradizionale. Quest’altra tecnica non costituisce un progresso, poiché si tratta di una tecnica precedente, che presuppone un maggior rischio di complicazioni, un post-operatorio più lungo e complesso e cicatrici più grandi e visibili. Dall’altra parte, un progresso nelle tecniche di chirurgia minimamente invasiva, come la chirurgia endoscopica, è costituito dalla chirurgia robotica, che consiste in delle tecniche messe in pratica da un chirurgo specialista, attraverso un sistema robotico ad alta precisione, che permette di vedere meglio l’area da trattare e di realizzare movimenti con gli strumenti chirurgici, altrimenti impossibili per un essere umano, senza l’ausilio del sistema robotico.
La colonscopia è un’endoscopia utilizzata per esaminare il colon e l’intestino tenue, per escludere la presenza di anomalie in particolare polipi che possono trasformarsi in tumori. La durata è di circa 15-20 minuti.
Viene eseguita per mezzo di una sonda molto fine (endoscopio) introdotta a partire dall’ano e dotata di una telecamera all’estremità, che riprende le pareti delle porzioni di colon e ileo da cui passa.
Una colonscopia viene eseguita per diverse ragioni:
Prima dell’esame, il paziente dovrà seguire alcune indicazioni per pulire l’intestino e facilitarne l’osservazione da parte del medico. Queste linee direttive prevedono una dieta ipocalorica da seguire fino al giorno prima dell’esame, quando si dovranno ingerire solo liquidi. La dieta sarà accompagnata dall’assunzione di una soluzione che aiuterà il paziente ad evacuare.
Per eseguire la colonscopia, il paziente viene sedato parzialmente o completamente. Si posizionerà su un fianco e il medico inserirà il colonscopio nell’ano, per percorrere l’intestino crasso. Questo strumento consiste in una sonda flessibile di circa un centimetro di diametro e lunga tra i 122 e i 183 centimetri.
Attualmente esiste un’alternativa alla colonscopia tradizionale, che è molto meno invasiva e non richiede la sedazione. Si tratta della colonscopia virtuale, un tipo di esame che utilizza le immagini dell’interno dell’intestino e del colon, ottenute mediante una tomografia computerizzata (TC o TAC) al posto delle immagini della telecamera del colonscopio.
Di solito, la colonscopia è ben tollerata dal paziente e solo raramente risulta essere dolorosa. Tutt’al più, il paziente sentirà della pressione, del gonfiore o dei crampi durante l’esame. La percentuale di complicazioni gravi è dello 0,5%.
Qualora lo specialista ritenga necessaria una valutazione più accurata, effettuerà una biopsia del rivestimento dell’intestino per analizzarlo.
Durante l’esame si possono trovare dei polipi, che lo specialista può asportare sul momento.
L’endoscopia digestiva è una tecnica diagnostica che ci permette di avere una visione diretta, dall’interno, di alcuni organi. Questa metodica permette di verificare l’eventuale presenza di alterazioni o lesioni e di effettuare piccoli interventi quali asportazione di polipi, arresto di emorragie digestive, palliazione di tumori avanzati, cauterizzazioni, biopsie.
L’endoscopia utilizza specifici strumenti (endoscopi) costituiti da un piccolo tubo flessibile al cui interno vi sono sottilissime fibre ottiche, che vengono inseriti nel corpo attraverso le cavità naturali: la bocca o l’ano, a seconda della zona da esplorare. Gli esami più comunemente eseguiti con questa tecnica sono la gastroscopia per studiare esofago, stomaco e duodeno, e la colonscopia per visualizzare l’intestino.
L'esofago di Barrett è un disturbo in cui il rivestimento dell'esofago risulta danneggiato dall'acido gastrico. In particolare, c'è un cambiamento anomalo nelle cellule dell'ultima parte dell'esofago (quella che si connette con lo stomaco). Ciò può essere causato dall'esposizione all'acido dello stomaco o all'esofagite da reflusso. È una condizione presente nel 10% dei pazienti con reflusso gastroesofageo. È Importante considerare che si tratta di un disturbo pre-maligno, perché è associato ad un certo rischio di cancro esofageo.
Il disturbo esofageo di Barrett in sé non produce sintomi. Tuttavia, il reflusso acido causa acidità gastrica.
Quando si mangia, gli alimenti passano dalla gola allo stomaco attraverso l'esofago. Questo è dotato di una serie di fibre muscolari alla fine, che impediscono la restituzione del contenuto dello stomaco. Se i muscoli non si chiudono ermeticamente, può filtrare nell'esofago un acido grezzo (reflusso gastroesofageo). Questo, nel tempo, può causare danni e finire per produrre l'esofago di Barrett.
Di norma si può prevenire l'esofago di Barrett con una diagnosi precoce e un efficace trattamento del reflusso gastroesofageo.
Il trattamento cerca di migliorare i sintomi del reflusso gastroesofageo, e ciò impedisce la progressione dell'esofago di Barrett. Il primo trattamento si baserà su cambiamenti stili di vita e farmaci come:
Va tuttavia osservato che i cambiamenti nello stile di vita, i farmaci e l'intervento di chirurgia anti-reflusso aiutano ad alleviare i sintomi ma non fanno scomparire la malattia. Se tramite una biopsia endoscopica vengono mostrati cambiamenti nelle cellule che potrebbero essere un cancro, è possibile utilizzare le seguenti procedure per rimuovere il tessuto dannoso:
La gastroscopia è un test diagnostico clinico: un'esplorazione che permette la visualizzazione diretta della parte superiore del tratto digestivo (esofago, stomaco e duodeno). Oltre ad essere una tecnica diagnostica, è anche una tecnica terapeutica.
La gastroscopia viene eseguita con un endoscopio, che è un tubo sottile e flessibile con una piccola camera all'estremità e, in alcuni casi, luce. Questa camera ha come obiettivo la cattura di immagini dell'interno dell'esofago, dello stomaco e del duodeno. Per realizzarla, viene introdotto il tubo attraverso la bocca e guidato all'interno del tratto digestivo per analizzare in modo approfondito la sua condizione o la presenza di malattie.
Questo test serve a cercare anomalie nello stomaco e nel duodeno. Si possono ottenere dei campioni di tessuto per biopsie, per rimuovere i polipi o per determinare la presenza di alcuni microrganismi, come i batteri H pylori, che provocano molte ulcere peptiche. Durante la procedura possono inoltre essere cauterizzate le ulcere emorragiche, e i vasi sanguigni bruciati con uno strumento apposito.
L'esame va svolto a stomaco vuoto; vanno evitati gli alimenti solidi già dalla notte precedente il test, e si potrà ingerire solo acqua. È importante anche non fumare prima della prova.
La gastroscopia può essere un test un po' fastidioso, quindi prima della sua attuazione occorre sedare il paziente: l'anestesia può essere locale o generale.
Di solito l'esame non provoca dolore. Tuttavia, può verificarsi una sensazione di nausea quando il tubo viene inserito attraverso la gola.
La gastroscopia transnasale, è un’indagine analoga alla gastroscopia tradizionale, con cui si verifica lo stato dell’apparato digerente superiore. Si effettua con lo scopo di indagare o confermare l’origine di certe patologie digestive. La differenza con la gastroscopia tradizionale consiste nell’introduzione della sonda del macchinario dalle cavità nasali invece che dalla bocca.
Dopo aver impiegato uno spray anestetico nella cavità nasale scelta, la sonda viene lentamente calata fino all’esofago da dove inizierà la sua indagine fino a raggiungere il duodeno. Durante la stessa procedura gli specialisti possono anche prelevare materiale dalle pareti degli organi per poter eseguire biopsie ed accertamenti per disturbi causati tra gli altri dall’Helicobacter Pylori o dalla celiachia.
La gastroscopia transnasale si esegue per le stesse indicazioni della gastroscopia tradizionale, che includono sintomatologia all’addome e allo stomaco dalla causa non chiara, storia di poliposi familiare o conferma di disturbi individuati con esame radiologico. L’accesso attraverso le cavità nasali permette, inoltre, di ridurre significativamente i disagi e le complicanze connesse alla procedura, per cui il paziente non deve sottoporsi ad anestesia generale o assumere farmaci sedativi, che allungano i tempi di ripresa dall’indagine.
È bene tenere presente che il test non può essere eseguito da soggetti affetti da problematiche di coagulazione, alterazioni delle cavità nasali o che abbiano subito traumi o interventi chirurgici pregressi.
Per eseguire l’indagine il paziente deve sottoporsi al digiuno per almeno le 6 ore precedenti allo stesso. È opportuno, inoltre, evitare l’assunzione di alimenti solidi già la sera precedente alla prova e non fumare. È possibile ingerire acqua in piccole quantità fino a qualche ora prima dell’indagine.
La gastroscopia transnasale presenta un disagio estremamente ridotto per il paziente rispetto alla versione classica del test. L’introduzione della sonda dalle narici consente di non toccare lingua e palato molle, evitando quindi l’induzione dei conati di vomito durante il test. Eliminato il disturbo, il paziente risulta più tranquillo ed i suoi valori vitali rimangono inoltre più stabili durante tutto il test. Questi può anche comunicare con lo staff medico in caso di necessità dal momento che la bocca risulta libera. Il risultato è la possibilità di impiegare una semplice anestesia locale senza dover far ricorso ad ulteriori farmaci e ridurre ulteriormente tutti i rischi ad essi associati. Le complicanze della gastroscopia transnasale sono ancora più rare e consistono perlopiù in epitassi di facile risoluzione.
L’idroterapia del colon è un trattamento di lavaggio dell’intestino per migliorare il transito intestinale e attivare il sistema circolatorio. L’obiettivo è eliminare residui e tossine accumulate, liberando il paziente da un senso di pressione nella zona addominale e da problemi intestinali.
Questa tecnica si utilizza soprattutto per pulire l’intestino dei pazienti che soffrono di stitichezza cronica. Di fatto, anche i pazienti che non presentano stitichezza e che hanno un transito intestinale regolare possono accumulare residui nelle pieghe del colon.
Per ottimizzare al massimo i risultati, si raccomanda ai pazienti di accompagnare l’idroterapia del colon con una dieta ricca di fibre e uno stile di vita sano, praticando attività fisica in modo regolare.
L’idroterapia del colon consiste nell’introduzione, attraverso l’ano, di una cannula che riversa acqua tiepida a bassa pressione nell’intestino crasso, così da eliminare le scorie accumulate. In questo modo, viene favorito il riassorbimento di acqua e sali minerali. Mentre viene introdotta l’acqua si effettua un massaggio che regolarizza la peristalsi del colon, al fine di ristabilire la sua funzionalità.
Ogni sessione di idroterapia del colon dura circa 45 minuti, e il trattamento completo di tutto il colon richiede solitamente tre sessioni.
L’idroterapia del colon non richiede nessuna preparazione previa, è un trattamento non invasivo e senza effetti collaterali. Tuttavia, bisogna comunque considerare alcune controindicazioni; nello specifico, devono evitare l’idroterapia del colon i pazienti che presentino una o più delle seguenti condizioni:
Subito dopo la sessione di idroterapia del colon, il paziente può tornare alla normale vita quotidiana. Non è necessario seguire istruzioni particolari dopo il trattamento, ma avere un’alimentazione sana e fare attività fisica ottimizzerà i risultati.
La pancia gonfia consiste in una sensazione di tensione a livello addominale, dovuta all’accumulo di gas nello stomaco e nell’intestino. Le cause della pancia gonfia sono numerose: un pasto pesante; intolleranze alimentari; aumento di peso; sindrome premestruale; menopausa; calcoli; appendicite; cancro; intestino irritabile; fibrosi cistica; etc. Il gastroenterologo può aiutare a capire la causa che origina questo disturbo.
La polipectomia è una tecnica minimamente invasiva, eseguita attraverso un isteroscopio, che serve a eliminare i polipi presenti in determinate aree del corpo, come l'endometrio, il colon o l'utero.
La tecnica viene praticata per rimuovere i polipi, sia cancerosi che benigni, evitando l'intervento chirurgico.
La polipectomia isteroscopica per i polipi dell'utero o la polipectomia endometriale vengono effettuate introducendo un isteroscopio attraverso la vagina o il collo uterino, al fine di rimuovere o tagliare i polipi mediante piccole forbici o simili. Un altro sistema utilizzato è la polipectomia con elettrochirurgia bipolare, che include l'endoscopia e un elettrobisturi con il quale si pratica un taglio al polipo, che viene sezionato mediante l'uso di corrente elettrica. È anche possibile eseguire una polipectomia con un resettore o frammentatore di polipi. Oltre a questo, c'è la polipectomia nasale che è la rimozione dei polipi che ostruiscono le narici e causano la perdita di olfatto e sinusite ripetuta.
Se la polipectomia viene eseguita nel colon, richiede la stessa preparazione della colonscopia: il paziente deve osservare una dieta nei quattro giorni che precedono l'intervento e prendere un lassativo la sera prima.
D'altro canto, se il test è eseguito mediante gastroscopia, il paziente deve rimanere per alcune ore a digiuno.
Dopo la procedura, il paziente può avvertire una sensazione di gas e avere piccoli crampi. La dieta può essere ripresa immediatamente dopo l'intervento, ma nel giorno del test è possibile che non si sia perfettamente in grado di svolgere le attività quotidiane, pertanto è preferibile evitare di mettersi alla guida.
Il reflusso gastroesofageo consiste nella risalita dei succhi gastrici dello stomaco nell’esofago, il canale attraverso il quale liquidi e alimenti scendono dalla bocca allo stomaco. Quando i sintomi si presentano più volte nel corso di una giornata e si associano ad altri disturbi, si può parlare di malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE).
Il contenuto gastrico contiene acidi che irritano la mucosa esofagea e causano i sintomi tipici del reflusso gastroesofageo: bruciore di stomaco e al petto, acidità, ipersalivazione e rigurgito. L’acidità dei succhi gastrici può irritare anche le vie respiratorie e la gola, provocando l’abbassamento della voce, laringite, raucedine, tosse e asma.
L’esofago, attraverso dei movimenti ritmici e aiutato dalla forza di gravità, fa avanzare il cibo verso lo stomaco. Lo sfintere esofageo inferiore regola il passaggio del cibo, aprendosi per far passare il bolo alimentare e chiudendosi per impedire allo stesso di risalire. Il reflusso si verifica quando vi è un malfunzionamento di questa valvola, che si apre nel momento sbagliato e permette lo spostamento del contenuto gastrico verso l’alto. Un’altra causa è uno svuotamento gastrico lento. Quanto più il cibo ristagna nello stomaco, tanto maggiori sono le probabilità che si presentino i sintomi del reflusso gastroesofageo. Anche quando il PH salivare, basico, si abbassa, l’esofago è meno protetto dagli attacchi dei reflussi gastrici.
L’alimentazione gioca un ruolo importante nella cura e nella prevenzione del reflusso gastroesofageo. Tra gli alimenti da evitare vi sono insaccati, alcolici, formaggi, tè, caffè, pomodoro, agrumi, bibite gassate e soffritti. Il latte, il “rimedio della nonna” per eccellenza contro il reflusso, in realtà lo favorisce, in quanto è un alimento ricco di grassi che potrebbero rallentare lo svuotamento dello stomaco. È buona cosa mangiare lentamente, triturando bene il cibo per favorire la digestione, e fare 4-5 piccoli pasti al giorno. Inoltre, è meglio evitare di andare a dormire subito dopo aver mangiato. Infine, bisogna evitare di assumere alcuni farmaci, come antinfiammatori non steroidei e alcuni ansiolitici, che possono aumentare l’acidità gastrica, e di indossare vestiti troppo stretti.
Il trattamento si basa sulla correzione dello stile di vita e sulla terapia farmacologica. Quest’ultima si avvale di farmaci in grado di accelerare il tempo di svuotamento dello stomaco, di proteggere la mucosa esofagea e di ridurre l’acidità dei succhi gastrici. Solo in casi particolari, che non hanno trovato risposta nel trattamento con i farmaci, si ricorre all’intervento chirurgico, che ha come scopo il ripristino della funzionalità dello sfintere.
La Telemedicina è un servizio di messaggistica privata e videoconferenza che consente di contattare gli specialisti in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo.
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Leggi di piùPrima di sottoporsi ad una colonscopia, è necessario eseguire un lavaggio del colon. Il Prof. Felice Cosentino ci parla del Colon Wash, una valida alternativa al classico beverone, messa a punto nel 2010 presso l’Ospedale San Giuseppe di Milano
Leggi di piùHo trovato nel Dott. Cosentino un medico molto competente, gentile ed umano, una persona che ha saputo ascoltare i miei problemi (dedicandomi tutto il tempo necessario) e rispondere in modo chiaro ed esauriente ai miei dubbi.Molto cortese e disponibile nello scambio di mail per effettuare la visita inoltre sempre contattabile via mail per risultati degli esami e/o dubbi.
Il prof. Cosentino è entrato subito in rapporto empatico con nostrofiglio, rispondendoalle sue domande in modo esaustivo, con competenza e professionalità.
ottimo professionista
Un medico molto attento al paziente ,disponibile all ascolto è molto preparato. Un eccellente esperienza e l ho già consigliato a molte persone
Visita accurata. Possibilità di interloquire a lungo con il medico con atteggiamento cordiale
Medico gentile, attento ed estremamente competente.
ACCOGLIENZA ECCELSA - PROFESSIONALITA' ECCELSA - DIALOGHI E RISPOSTE PIU' CHE ESAURIENTI -PROFESSIONALITA', UMANITA' , DISPONIBILITA'DEL PROF.ECCELLENTI
Direi tutto perfetto. Ho fatto la visita all' ora prevista è il Dottore è stato molto esaustivo.
Molto disponibile e chiaro nelle spiegazioni dei vari sintomi. Preciso nella diagnosi e nelle cure prescritte. Grazie
Mi sono trovata a mio agio e ho notato attenzione e professionalità
Pur essendo in anticipo all'appuntamento, l'attesa e' stata minima. Il Prof. e' stato chiaro, ha fornito utili informazioni ed un piano di diagnostica.
Il Dr Cosentino è stato molto professionale, gentile ed esaustivo.
Nessuna attesa. Dottore molto disponibile e preparato.
ECCELLENTE COME NELLE ASPETTATIVE. ALTA COMPETENZA E PROFESSIONALITA'
Persona disponibile competente e molto cordiale
Il dott. Cosentino a mio avviso rappresenta il dottore nel vero senso della parola!! Grande professionalità e umanità!!! Finora la mia migliore esperienza!